di Massimo Gallo
Interessante chiacchierata con Gianpaolo Celon, ex presidente del Cnar e profondo conoscitore del settore arbitrale che continua a seguire con interesse. Con lui abbiamo affrontato tanti argomenti: i fatti riportati dal nostro portale in primis (qui), definiti “veri e verificati” e il futuro della categoria che, a suo avviso, ha bisogno di “ripartire dalla meritocrazia”. Gianpaolo Celon ci ha spiegato con semplicità da dove bisognerebbe ripartire “Il settore deve ripartire da una base di serenità. Bisogna mettere da parte le tensioni degli ultimi anni e guardare avanti. Chi lavora sotto traccia deve venire fuori e prendersi le sue responsabilità. Il prossimo capo deve decidere e non dire bugie per coprire cose che alla fine tutti sanno e nessuno dice: favoritismi in primis”. Che tipo di favoritismi Celon lo chiarisce senza indugio: “Per esempio ci sono stati casi in cui, per motivi non chiari, alcuni arbitri che non erano nel panel destinato agli impegni internazionali, si sono ritrovati a svolgere mansioni all’estero senza averne ‘titolo’. Queste sono cose che fanno arrabbiare chi fa sacrifici per raggiungere taluni obietti e si vede scavalcato. Quindi ripartire dalla meritocrazia, una meritocrazia trasparente, senza bugie e senza sotterfugi”. Quindi un passaggio e qualche chiarimento sugli arbitri che negli ultimi anni hanno lasciato il campo, forse per divergenze con i vertici, e che potevano probabilmente essere ancora utili alla causa: “Quelli a fine carriera è nella natura delle cose – ha spiegato Celon – altri hanno lasciato con dignità e senza sbattere la porta, tipo Blessano, che ha appeso il fischietto, ufficialmente per questioni familiari ma ho i miei dubbi. Lui poteva essere una risorsa”. L’ex presidente del Cnar al momento afferma di non poter dare suggerimenti al Presidente federale Marzio Innocenti salvo contraddirsi un attimo dopo: “Per dare un consiglio dovrei sapere come la pensa Innocenti, poi secondo la mia esperienza, valutando come lui vede la categoria, e dopo avergli spiegato come è organizzata la categoria (che per inciso non ha bisogno di programmi e di progetti, non siamo in campagna elettorale), potrei avere qualche suggerimento buono. Nomi? No nessun nome, me li tengo per Innocenti se dovesse chiamarmi”. Poi i chiarimenti sui fatti illustrati da questo portale nelle ultime ore e sulla loro veridicità: “Io te lo sottoscrivo, più di metterlo per iscritto non posso. Sono stato chiaro, sono fatti realmente accaduti. Senza ombra di dubbio. lo so perché ho sempre una finestra aperta sul settore e quindi conosco questi episodi”. Poi aggiunge: “Diciamo che proprio di dominio pubblico no lo sono. Ma chi è nell’ambiente sa, li ha affrontati e gestiti, che li abbia gestiti bene o male non lo so, ma i fatti sono stati affrontati e gestiti. Sai quanti ne ho gestiti io di fatti poco edificanti? Sono intervenuto, li ho gestiti, ho richiamato chi di dovere e risolti. Non sempre puoi andare alla Procura federale, a volte usi il buonsenso”. Prima di salutarci ancora due argomenti, il primo sul profilo adatto per la presidenza del Cnar: “ Ci vuole una persona che prende decisioni, riconoscibile da tutto il settore arbitrale. Ora non si capisce chi comanda: ognuno ha un pezzo di potere e così si crea confusione. Pensi a livello regionale hanno creato una serie d’incarichi che hanno tolto ogni capacità decisionale al coordinatore. Un modo per distribuire un po’ di paghette e null’altro. Hanno avuto la capacità di disarticolare la categoria. Oggi tutti tirano per la giacca Innocenti perchè girano bei soldini anche per i vertici del settore arbitrale, prima non era così”. Il secondo sulle associazioni degli arbitri: “Adesso tutti stanno cercando l’endorsement di Aria: Mauro Dordolo già ha avuto un colloquio con loro, Alan Falzone li incontra domani. Prima era la lebbra, ora invece tutti vogliono parlare con Aria. Io sono favorevole ad un’associazione, che sia però soggetto di rappresentanza e di interlocuzione”.
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