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Pianetarugby.it va in pausa

Mar 22, 2023

Come da titolo ci prendiamo una pausa. Durerà una settimana, un mese, 3 mesi, un anno, proprio non lo sappiamo. Anche se è arrivata la primavera, Pianetarugby.it va in letargo.

Lo stop delle ultime settimane era nella normalità delle cose: abbiamo più volte detto che questo portale non alimentava polemiche durante gli impegni della Nazionale e pure quest’anno abbiamo mantenuto l’impegno. Eppure di cose da scrivere ne sono venute fuori tante.

In questi giorni, più si avvicinava il momento di riprendere e più riflettevamo sulle motivazioni che avrebbero dovuto spingerci a tuffarci in un’attività che non ci diverte più.

Un giornalista è un narcisista e noi non facciamo eccezione: ci piace sapere di essere letti, ci piace sapere che Innocenti ad ogni articolo pubblicato si mette al telefono o va a ‘catechizzare’ qualcuno, reo secondo lui di averci spifferato qualcosa. Insomma: mal ci tollera, sintomo che abbiamo rappresentato per lui un pensiero fisso, preoccupato da come i nostri articoli potessero ‘influenzare’ il suo mandato. Dunque abbiamo fatto bene il nostro lavoro.

Ma noi non siamo patologici, il narcisismo alimenta l’ego, senza il quale, chi fa la nostra professione, non arriverebbe lontano. Ma se si scrive solo per l’ego, qualche rotella è sicuramente fuori posto e noi abbiamo una certezza: le nostre rotelle funzionano ancora.

Dunque: non scriviamo ‘conto terzi’ (il presidente se ne faccia una ragione), non scriviamo per soldi (tenere in vita il portale e sponsorizzare sui social qualche pezzo, costa), non lo facciamo per chissà quale fine oscuro. Noi scriviamo perché il rugby è una passione, quella che è venuta meno a tante persone. Ma a tutto c’è un limite e il nostro tempo è prezioso.

Arriviamo al punto. Questo portale ha sollevato questioni, proposto temi, ma alla fine ci siamo resi conto che sia il vertice, sia la base, davanti venerano questa Fir, Innocenti in testa, dietro ne dicono peste e corna. Basta! Ognuno si facesse carico delle proprie responsabilità, proponesse una valida alternativa e poi ne riparliamo. Noi non tiriamo volate e non saremo complici di operazioni buone solo per la ‘gettonella’ per usare un termine caro alla Liar.

Di una cosa siamo certi: i temi proposti ci hanno visto avere ragione spesso e volentieri, ma “da queste parti” lo stiamo dicendo da almeno un anno. Da altre parti se ne stanno accorgendo adesso: cosa è successo? Non è arrivato quanto promesso e il vento è cambiato? Le banderuole le riconosciamo da lontano.

E quindi, a futura memoria, facciamo una sintesi da cui, se ci andrà, riprenderemo il discorso.

Seven – Innocenti aveva promesso attenzione e soluzioni. Siamo sempre allo stesso punto. Dopo aver bruciato ogni strada con i gruppi sportivi militari e di polizia, la sola salvezza possibile, si è finiti in un vicolo cieco. Soldi da spendere non ce ne sono e pure se ce ne fossero non sarebbero spesi: pochi i posti a disposizione per le Olimpiadi e quindi il gioco non vale la candela. Il Seven continuerà a vivacchiare.

Progetto Sud – Siamo sempre in attesa di vedere il progetto! Quanti soldi impegnati, quali gli obiettivi, quanti soldi sono stati spesi, quali traguardi sono stati centrati. Ovviamente non c’è risposta, perché manca un progetto serio. Anche la cittadella del rugby a Palermo, annunciata in pompa magna, è saltata. Ma questa volta nessuno ve lo ha detto. La verità è che il Sud non interessa, lo diciamo da mesi, perché avrebbe bisogno di risorse straordinarie che la Fir non vuole investire. Si fa il minimo sindacale per individuare un paio di ragazzi di belle speranze ogni anno e portarli a giocare al di sopra del Tevere.

Top10 – Innocenti aveva promesso attenzione per il campionato domestico: l’ha definitivamente affossato. Sempre meno risorse, un direttore del torneo lautamente pagato che, ci risulta, non ha ancora visitato alcun club del massimo campionato e che, ad oggi, pare abbia mandato solo un paio di mail rimaste inevase. I nostri più vivi complimenti. Società che muoiono e altre sul piede di guerra. Attila non avrebbe fatto meglio.

Formazione – Il presidente disse in campagna elettorale di voler chiudere le Accademie, altra promessa non mantenuta, e di voler dare più spazio alla società. Evitiamo l’analisi e il commento: le Accademie di Ascione sono praticamente ancora in piedi, salvo tagliare quella di Parma e fare un disastro. Arrivò e cambiò le under con gli anni pari, ora si torna ai dispari, proprio come voleva la Ascione (e sono due) e non certo per capriccio ma per valutazioni oggettive. Salvo non prevedere un campionato under 20 o riserve, che determinerà l’abbandono di tanti 18enni! Altro danno. Sempre le cose a metà. Quanto basta per capire che con Pacini, si segue ancora (e menomale) la linea tracciata dalla ‘Federascione’. A proposito: Franco Ascione è stato sdoganato anche sulla stampa, tanto da aver avuto l’autorizzazione a rilasciare un’intervista che tutti avete letto. Fatevi una domanda e datevi una risposta.

Arbitri – Abbiamo avuto la forza e il merito di aver smosso qualcosa: cambiare lo ‘statuto’ degli arbitri non è poca cosa, ma come abbiamo già detto, si tratta di una vittoria monca. Nei fatti ha vinto solo Innocenti che ha disposto degli arbitri come voleva fino a decidere presidente e membri del nuovo CNA. Ci risulta che le cose non stiano andando benissimo e che ognuno stia tirando acqua al suo mulino in attesa di giubilare Falzone al prossimo giro.

Franchigia – Ecco sulla franchigia Innocenti ha costruito il suo capolavoro. Ha promesso a tutti, Petrarca in testa, che la Fir avrebbe risparmiato i soldi che annualmente versa alle Zebre. Ora i casi sono due: o mentiva, sapendo di mentire, oppure non aveva contezza di quanto stava promettendo. Ve lo diciamo una volta e per tutte: portare la franchigia a Padova è un’impresa titanica. La Fir dispone di due licenze, una è saldamente nelle mani di Treviso, l’altra è assegnata alle Zebre. La licenza rimane di proprietà di URC e non puo’ essere spostata a discrezione della Fir. Ebbene: non ci sono i presupposti, se non quelli economici, per spostare la franchigia a Padova.

URC non è intenzionata a ‘benedire’ l’operazione, tanto che una richiesta del genere potrebbe portare alla conseguenza che la licenza venga messa a disposizione della migliore candidatura, anche estera, con il rischio di perdere una squadra. Al momento URC appoggerebbe il trasloco solo in una grande città. Anticipo la contestazione: Treviso è più piccola. Vero, ma è ad un tiro di schioppo da Venezia e ha ottenuto la licenza in un momento storico diverso.

Giustizia Sportiva – Su questo, se ne avremo voglia ci torneremo, anche perché nelle carte che hanno portato alla squalifica dell’ex procuratore Bernardi da parte della Commissione federale di garanzia, con motivazioni che ci lasciano perplessi, c’è anche Pianetarugby.it (il portale “discutibile” che nessuno legge). In buona sostanza l’ex procuratore era stato accusato di averci passato notizie: ma non l’hanno mai dimostrato. Diciassette capi d’imputazione (manco Matteo Messina Denaro) per arrivare alla condanna per 5, senza per altro far emergere nelle motivazioni ‘la pistola fumante’. Se non una serie di congetture che ci lasciano basiti. Un passaggio, nello specifico, ci lascia perplessi: Bernardi è stato accusato di aver abusato dei suoi poteri per accedere a documentazione riservata senza chiedere preventivamente autorizzazione al Segretario federale.

Dunque è stato messo nero su bianco che questa Federazione non riconosce l’autonomia della Giustizia sportiva e il suo potere d’indagine, ma sostiene che per visionare documenti che potrebbero far emergere illeciti (ammesso che contengano elementi in tal senso), deve chiedere autorizzazione al Segretario federale. Pennisi è contento di questo? Anche lui chiede il permesso per indagare? Se così fosse sarebbe gravissimo e poco dignitoso per lo stesso Pennisi. Vogliamo pensare di aver capito male. Ma c’è un altro aspetto che ci lascia interdetti: nelle motivazioni si evince che il Segretario Musiani non è un tesserato di questa Federazione e quindi non può essere perseguito. Lungi da noi imbastire una lezione di diritto, lasciamo a voi ogni valutazione sul tema. Vi chiediamo di leggere le motivazioni e poi lo Statuto federale, alla fine ridete.

Vi abbiamo dato un po’ di elementi, una sorta di promemoria. Ci fermiamo qua, non aggiungiamo altro. Per il momento lasciamo l’informazione delle cose ovali a “quelli bravi”, quelli che si occupano di difesa rovesciata, quelli che scrivono per la pagnotta, quelli che tirano volate sperando nel piatto di lenticchie. Noi ci mettiamo alla finestra e attendiamo di conoscere chi vorrà, in maniera seria, far emergere le storture di questa Fir. E non ce ne voglia Giovannelli: non puo’ essere lui. E non puo’ esserlo perché anche lui ci ha cacciato in questo delirio sostenendo Innocenti. Non può bastare dire “ho sbagliato la valutazione”, perché come è accaduto una volta, potrebbe accadere una seconda. Anzi possiamo dire che già sta accadendo alla luce dei nomi che girano intorno alla sua squadra. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

Innocenti starà brindando: lo capiamo. Ma il tempo è galantuomo e i nodi verranno al pettine. E quando accadrà noi non brinderemo perché sarà il giorno in cui dovremo celebrare la disfatta del movimento rugbistico italiano e per chi come noi ha ancora vivo il fuoco della passione sarà un giorno triste e non ci sarà nulla da festeggiare.