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Siete degli apprendisti, avrebbe tuonato Gavazzi

Giu 16, 2023

Sono tanti anni che, lavorandoci, frequento il mondo della comunicazione italiana, dalla politica alla cronaca, dalla comunicazione istituzionale a quella sportiva; ho scritto dichiarazioni per personaggi di ogni livello, condividendone sempre i contenuti e consigliando su cosa dire, come dire, cosa non dire, spesso scontrandomi perché la mia idea di comunicazione cozzava con il modo del “personaggio” di dire qualcosa, ma nel 99% dei casi, alla fine, si riusciva sempre a far uscire dichiarazioni che in primis non nuocessero al datore di lavoro e a chi esternava.
Fatto questo doveroso preambolo, inizio anche ogni tanto pensare che la comunicazione istituzionale negli anni sia cambiata seguendo i dettami di una new-gen fatta di social media manager, youtuber, tiktoker; ma è un pensiero fugace, perché poi rinsavisco e torno nella mia idea di come debba comunicare un’istituzione, che poi non è solo una “mia” idea, ma quel che a noi giornalisti e comunicatori è stato insegnato da maestri che oggi non ci sono più ed è quel che DEVE essere.
Ma perché questo sfogo, vi chiederete? Vi rispondo con un semplice virgolettato: “Mi sarebbe piaciuto essere coinvolto con la Nazionale italiana anche per il prossimo ciclo di Rugby World Cup e sono dispiaciuto della scelta della FIR di non estendere il mio contratto”.
Queste sono le parole di Kieran Crowley, il coach della Nazionale italiana di rugby che, come comunicato dalla Federazione Italiana Rugby, dopo la World Cup 2024 lascerà la guida degli Azzurri.
Bene, direte… niente di male! L’allenatore va via e in un’intervista a un giornalista esprime il suo disappunto per la scelta fatta dal suo datore di lavoro.
Alt! No, non si tratta di un’intervista, bensì della dichiarazione di coach Crowley inserita nel comunicato stampa ufficiale della Federazione…
Vi accorgete anche voi che c’è “qualquadra che non cosa”? Pensateci…
Suona un po’ come “Mi dispiace che mi cacci, io volevo restare per continuare un bel percorso che stava iniziando a portare frutti. Perché non vuoi tenermi con te? Cosa ho fatto che non va?”.
Ripeto, fosse stata un’intervista, nulla di male… ma sul comunicato stampa della Fir, beh per noi comunicatori è un grave errore. Certo, direte, è meglio così che leggere le solite frasi di comodo del tipo “Ringrazio la Federazione per avermi concesso di guidare questo gruppo fantastico fino alla Coppa del Mondo, mettendomi a disposizione staff e strutture di prim’ordine. Sono stati anni bellissimi e auguro al mio successore il meglio, perché sedere sulla panchina azzurra è il massimo cui, chi fa il nostro mestiere, può aspirare”. Sì… vabbeh!
Sappiamo bene che dietro questa scelta ci sono varie motivazioni, politico-economiche o economico-politiche (scegliete voi l’importanza da dare), ma di questo ne parleremo più avanti.  Qui ci interessava solo il modo di comunicare che ha trovato la sua sublimazione negativa nell’annunciare il nuovo commissario tecnico. Sulla foto usata per comunicare il nuovo allenatore sui social Quesada è con materiale tecnico Robe di Kappa (Macron sarà contenta) e con il bella vista il fornitore Puressentiel, marchio veicolato in Fir da Diego Dominguez come spiegato qui dalla stessa azienda.  Anche in questo caso gli sponsor che sborsano qualche spicciolo saranno contenti. “Siete degli apprendisti”, avrebbe tuonato Gavazzi. Il compianto presidente aveva sicuramente messo Calvisano al centro del mondo, ma a questi livelli la sua Federazione non era mai scesa.