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Lettera aperta di un arbitro italiano

Gen 3, 2023

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera giunta da un arbitro, che fa seguito all’articolo di ieri mattina. La lettera è firmata, dunque conosciamo l’autore ma, per motivi facilmente intuibili preferiamo salvaguardarne l’identità. I fatti che racconta sono stati ampiamente verificati e anche i nomi che il nostro ha sostituito con figure mitologiche (nulla che già non sapevamo). Quindi proteggiamo ex lege la nostra fonte e andiamo avanti. Buona Lettura.

Tre film sono in proiezione in queste settimane, diversi protagonisti si combattono la scena in attesa che un nuovo AVATAR ci porti a compiere quella che sembrava una MISSION IMPOSSIBLE ma che non deve diventare un “Ritorno al Futuro”.

Come noto (almeno ai diretti interessati ed a gran parte del mondo arbitrale), il movimento estivo ha portato un anelito di vento i cui effetti sono stati disarcionare o meglio “scollare dalla poltrona” il pluri-incaricato Coordinatore Veneto Mario Borgato e licenziare un nuovo regolamento del Settore Arbitrale che vede il prossimo 17 gennaio il suo primo momento elettivo. In tutto questo però ci giungono ancora alle orecchie le narrazioni circa comportamenti che, con tanta generosità, possiamo definire quanto meno inopportuni.

Ci risulta, per esempio, che durante una riunione con arbitri e assistenti, un dirigente arbitrale ha voluto “consigliare” ai tesserati presenti di essere meno permalosi di fronte alle offese che ricevono in campo o dagli spalti. La direttiva di tutto il movimento (mondiale) è esattamente il contrario: sanzionare tutti i comportamenti distonici, ma tant’è…evidentemente il “nostro” si sente un novello Otello Celletti che dall’alto (?) del suo trespolo può pontificare, dirigere, sentenziare e forse anche sposare e battezzare (…!!). Ironia della sorte o semplice coincidenza, nelle settimane scorse due squalifiche comminate ad allenatori/dirigenti (Montella e Gaetaniello) sono state più che dimezzate dopo il primo ricorso.
Si trattava di fatti realmente accaduti e regolarmente denunciati dall’arbitro che, sappiamo, dovrebbe contare sul fatto che il suo referto venga considerato prova privilegiata e, per un’offesa, non penso ci possa essere un’interpretazione diversa dallo script della stessa…

Ma non finisce qui: c’è chi si sente nel diritto poi di telefonare ad uno dei presenti alla riunione, che aveva manifestato un lieve disappunto, apostrofandolo con tre sentenze: non criticare in pubblico il presidente, non delegittimarlo davanti a tutti” , anche perché egli ”ha potere di vita o di morte su tutti noi”.  Detto questo possiamo passare alle candidature. L’Italia è stata divisa in 3 Circoscrizioni, in due di queste più o meno saggiamente si è cercato di arrivare ad un unico candidato e di avere quindi un fronte unitario.

Ricordiamo prima come verrà composta la nuova CNA (Commissione Nazionale Arbitri). Dei 7 membri che vi faranno parte, 3 sono appunto eletti dalla “base” ovvero dalle elezioni del prossimo 17 gennaio (on line in stile piattaforma Rousseau). Nel dettaglio: 1 per ogni circoscrizione a maggioranza semplice. Gli altri 4 sono di nomina pertinente al Consiglio Federale considerando però che 2 devono essere l’espressione (anche questa a maggioranza) di un’assemblea composta dall’attuale CNAR e dai Coordinatori Regionali.
Chiaro dunque che se le Regioni lavorano bene ed in maniera unitaria, hanno a disposizione la possibilità di influire per la nomina di 5 consiglieri su 7. A dirla tutta questa commissione è, nelle attribuzioni, indebolita rispetto alla precedente, giustamente a favore di una parte Tecnica che diventa -de facto- indipendente. Spiegato questo, torniamo alle nostre Circoscrizioni.
In particolare la numero 2, quella numericamente più rilevante (213 aventi diritto al voto) sembra si troverà con 3 candidati.

Uno di questi, è ormai una figura mitologica uno al quale neanche lo specchio di casa crede più. Giura e spergiura che non ha deciso se candidarsi, continua però a tessere accordi e fare buon viso con tutti. Di lui ricordano che, nei corridoi della Curva Nord, Stadio Olimpico, qualcuno dicesse: mai fidarsi di uno che va d’accordo con tutti.  Evidentemente il calore della poltrona lo attira ancora e, fuori regione, lo conoscono ancora poco da pensare che potrebbe essere utile alla causa; molto probabilmente non si candiderà contando in una nomina federale che lo metta al sicuro. Speriamo che dalle urne non escano personaggi già visti. Si dice infatti che Gianni Morandin voglia ripresentare il programma di 6 anni fa quando sfidò Dordolo per il dopo Vancini. 

Grazie direttore per lo spazio che vorrà dedicarmi.

Grazie alla nostra fonte che, ci ha spiegato al telefono, parla a titolo personale, pur sottolineando “sono in tanti che la pensano come me, ma hanno timore ad esporsi”. Secondo la nostra fonte le elezioni e le nomine del Consiglio federale “dovranno far emergere persone in grado di pacificare e di aggregare, diversamente si rischia un nulla di fatto e una crisi peggiore di quella dell’estate scorsa”. E su questo non dubitiamo.