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Arbitri: anno nuovo storie vecchie

Gen 2, 2023
rugbychepassione.com / Paolo Cerino

Iniziamo il 2023 parlando di arbitri, considerato che è stato il tema che più ci ha impegnato nell’anno ormai passato. Lo facciamo perchè a metà mese, per la prima volta, gli arbitri italiani, attraverso i cosiddetti grandi elettori, sceglieranno i primi rappresentanti del prossimo CNAR. Gli altri saranno nominati dal Consiglio Federale e a pochi giorni dalle consultazioni già si sentono cose che voi umani….

Il ricambio è l’ultimo atto di un percorso che la categoria ha intrapreso proprio 12 mesi fa, alle prese con un CNAR a guida Giacomel che faceva acqua da più parti. Le critiche erano rivolte non solo al Presidente, ma all’intero Consiglio che non si era rivelato all’altezza del mandato conferitogli. La battaglia, perchè di battaglia si tratta, ha visto coinvolto anche questo portale che, con presunzione, si attribuisce il merito di aver preso una posizione netta, frutto di una scelta coraggiosa, e di aver avuto sempre un faro acceso sul mondo dei fischietti italiani. E pace se c’è chi ancora pensa che non abbiamo seguito.

Il tema lo abbiamo trattato in maniera assidua fino alla famosa (o famigerata) riunione di agosto scorso, convocata in tutta in fretta per scongiurare il blocco dei campionati, diventato più di un’ipotesi. Blocco che avrebbe portato al commissariamento della Federazione. Un rischio subdorato da Marzo Innocenti che decise di correre velai ripari, sfiduciando di fatto Giacomel e il suo consiglio e ‘aprendo’ alle richieste della base. Ovviamente il Presidente federale ha una versione tutta sua della vicenda e va bene così.

Sta di fatto che gli arbitri, pur mitigando le richieste, a loro dire “perchè in una trattativa bisogna saper mediare”, hanno quantomeno smosso qualcosa. Un accordo che abbiamo definito più volte al ribasso, ma alla fine bisogna anche sapersi accontentare. Il pericolo ora è che si arrivi ad una conclusione ‘gattopardesca’ della vicenda: tutto cambia, affinchè nulla cambi.

Invece pensiamo che bisogna mettere da parte chi è stato autore e/o complice del disastro degli ultimi anni per dare spazio a gente nuova. Soprattutto a quelle persone che hanno sempre criticato le vecchie gestioni e che ora sono chiamate a dimostrare che possono fare meglio.

E’ strano quindi apprendere, per esempio, che ARIA l’associazione ex-rivoluzionaria, ora su posizioni ‘restauratrici’, sia al fianco, per esempio, di Morandin in Veneto. Vale a dire una persona ormai in età da pensione che ha già fatto parte del Cnar nel lontano 2016. Così come ci risulta difficile capire come mai continuino a girare due nomi a nostro avviso improponibili. Mauro Dordolo e Paolo Schilirò. Entrambi sono reduci dalla disastrosa esperienza con il Cnar uscente, fortemente criticato dalla base degli arbitri.

Il primo, anche ex presidente del Cnar, dice di non aver ancora deciso se candidarsi o meno e la cosa non ci sorprende conoscendo le sue abilità politiche. Sul secondo la questione è ancora più paradossale. Dordolo passerebbe eventualmente per le elezioni, sottoponendosi al gradimento degli iscritti, e se ‘il popolo’ lo vuole bisognerà accettare il passaggio democratico. Schilirò invece è in pole position per essere nominato dal Consiglio federale su precisa richiesta di Marzio Innocenti.

A noi risulta, ma possiamo sbagliare, che l’ex arbitro non goda di molto seguito tra i suoi colleghi, i quali non accetterebbero di buon grado la nomina.  Ovviamente potrebbe fugare questo dubbio candidandosi e pure in quel caso sarà la democrazia a decidere. Mentre una nomina è una forzatura per uno che ha contribuito, in qualità di consigliere Cnar, a mettere la categoria nelle condizioni in cui è.

Addirittura, secondo indiscrezioni raccolte, Schilirò sarebbe uno dei nomi che Marzio Innocenti ha nel cilindro, insieme a quello del Presidente del Comitato Toscano Riccardo Bonaccorsi, per un eventuale commissariamento del settore qualora non si riuscisse a trovare un accordo sul prossimo presidente del Cnar.

Ci chiediamo quali siano i meriti di Schilirò tali da spingere il numero uno del rugby italiano a volerlo a tutti i costi nel CNAR. Siamo davvero curiosi di sapere perché ha tanto a cuore il futuro dell’ex arbitro siciliano. Domande che non avranno, ovviamente, mai risposta.

A scanso di strumentalizzazioni, diciamo a chiare lettere che i nostri giudizi hanno a che fare con valutazioni ‘sportive’ e  non certo sulle qualità umane dei soggetti citati, rispetto alle quali ognuno di noi puo’ avere opinioni diverse rispetto alla frequentazione e/o alla conoscenza più o meno approfondita di ciascuno di loro.