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Radiato Spadoni: è la sconfitta del CNAR

Lug 7, 2022

Andrea Spadoni non è più un arbitro e un tesserato della Federazione Italia Rugby. Il Tribunale federale presieduto da Enzo Paoli lo ha radiato per aver manomesso le statistiche di valutazione che lo riguardavano sulla piattaforma AMS. Ne parlavamo qui senza fare nomi, riprendendo il tema in un secondo pezzo che potete leggere qui.

La sentenza

Nella sentenza, che trovate qui, si spiegano un po’ di cose. La prima: Spadoni non ha alterato le statistiche di una sola partita, ma di ulteriori 4 gare. La seconda: quando gli è stato chiesto conto dai vertici arbitrali, ha negato. L’ammissione è arrivata solo dopo che Word Rugby (che figuraccia) ha inviato il ‘log’ con gli accessi.

La terza: una volta accertata la responsabilità, Spadoni ha pensato bene di accampare scuse e di ipotizzare complotti, tanto da affermare, citiamo testualmente dal documento del tribunale federale “ha ritenuto di dover precisare che le accuse sarebbero frutto di pregiudizio nei suoi riguardi, allegando delle mail e un articolo di giornale”. Quest’ultimo dettaglio ci è familiare.

Spadoni nella sua memoria difensiva se la prende ancora con Mitrea, tanto da affermare “La comunità arbitrale di Top 10, orchestrata da Marius Mitrea, mi è ostile io ho accettato invece la sentenza che altri hanno ritenuto troppo mite”.

Ecco qui ci sentiamo di dire a Spadoni che è in errore: non è vero che aveva accettato la condanna ad un mese, perché se così fosse non avrebbe proposto appello. In secondo grado, si ricorderà, il giudice non potette inasprire la pena perché le regole non lo permettono, ma disse chiaramente che in primo grado erano stati troppo buoni.

Dunque una condanna scaturita dalla recidività di Spadoni, la mancanza di collaborazione e l’ostinazione a voler avere comunque ragione. Nemmeno un pizzico di autocritica e di ravvedimento.

Le responsabilità del Cnar

Fin qui i fatti, ora qualche considerazione. Partiamo da una premessa: siamo sinceramente dispiaciuti. Non si augura a nessun sportivo la radiazione. La ‘morte sportiva’ di Andrea Spadoni deve mettere tutto il mondo arbitrale e quello rugbystico in generale, davanti allo specchio: chi ha sbagliato? Chi è l’artefice indiretto di questa sconfitta per il rugby e per il mondo arbitrale? L’ultima radiazione che ci viene in mente è quella per il “placcaggio” criminale ai danni di Beatrice Benvenuti, ma parliamo di una questione non paragonabile e di una gravità inaudita.

Se fossero state corrette a tempo debito le condotte ‘esuberanti ‘ di Spadoni, a quest’ora potevamo avere un arbitro in più, anche tecnicamente capace, e una grana in meno da affrontare. E invece nulla: a dispetto di quanto afferma Spadoni, il Cnar l’ha sempre coccolato e difeso anche quando avrebbe dovuto usare il bastone al posto della carota. L’ultima volta ad inizio della scorsa stagione quando i vertici arbitrali ‘garantirono per lui’. A questi stessi vertici ora chiediamo un passo indietro: la radiazione di Spadoni rappresenta il vostro fallimento, dignità vorrebbe che presentaste le dimissioni immediate.

Un invito a prendere posizione sulla vicenda lo facciamo anche al presidente Innocenti: questa volta non puo’ girarsi dall’altra parte. E’ un obbligo morale prendere provvedimenti anche nei confronti di un Cnar che non si è rivelato all’altezza. E’ la sua occasione per dimostrare di avere il coraggio di fare scelte anche impopolari.

Ps. Un sincero in bocca al lupo ad Andrea Spadoni per l’Appello: con la speranza che la radiazione venga sostituita con una pena meno severa. A lui il consiglio di non cercare nell’armadio scheletri che non esistono.