Marzio Innocenti alla prova degli arbitri

Mag 3, 2021

Di Massimo Gallo

Rendere autonomi gli arbitri. E’ uno dei propostiti del Presidente Federale Marzio Innocenti, tanto da inserire una specifica voce nel suo programma elettorale. La questione dei direttori di gara e dei loro assistenti si trascina da troppo tempo e ha creato spesso malumori tra le società e tra gli arbitri stessi.

Non ci nascondiamo dietro le belle parole: è vero che il rugby non è il calcio, ma in questi anni troppe volte abbiamo assistito ad accuse, palesi o velate, nei confronti dei direttori di gara, soprattutto del massimo campionato, rei di aver favorito questa o quella squadra. Che poi, alla fine della fiera, le squadre che godevano di presunti favori e quelle che subivano presunti torti, erano sempre le stesse, tanto da determinare fratture importanti anche tra i tesserati. Aprire un dibattito sulle dinamiche psicologiche dei direttori di gara, di qualsivoglia disciplina, analizzare le pressioni a cui sono sottoposti e valutare quella che viene definita la sudditanza psicologica, sarebbe esercizio inutile: sono essere umani e fanno i conti con le loro emozioni. E’ parimenti lontano dalla realtà voler pensare che una decisione sia presa in malafede: sbagliano tutti e sbagliano anche loro. C’è però un dettaglio che riguarda un arbitro e, in generale, la classe arbitrale: deve essere al di sopra di ogni sospetto.

E, a dirla tutta, negli ultimi anni non è stato proprio così. Avere i vertici che dipendono da un ‘pollice verso’ del presidente federale e/o del responsabile tecnico della Federazione, non garantisce serenità. Sapere che gli arbitri hanno “un piede a terra” nello stesso posto in cui il presidente della Fir ha distaccato un suo ufficio, non aiuta ‘la moglie di Cesare’. Chi ama il rugby sa bene che l’arbitro non va mai contestato, anche quando sbaglia, ma è altrettanto vero che è giunta l’ora di far cadere sospetti e veleni.

Marzio Innocenti ha più volte manifestato l’intenzione di affrontare seriamente l’argomento e a distanza di poche settimane dalla sua elezione, non possiamo pretendere una soluzione.

Però giugno si avvicina e i vertici arbitrali vanno rinnovati e ci aspettiamo un deciso gesto di discontinuità. Non sappiamo se ci sono i tempi tecnici per cambiare le norme e permettere agli arbitri italiani di scegliersi i propri rappresentanti, ma ci aspettiamo quantomeno che i prossimi vertici siano frutto di un confronto con la base dei fischietti e che i nomi saranno condivisi. Ma, soprattutto, ci aspettiamo che la scelta sia a tempo e cioè i mesi necessari per cambiare le norme e permettere agli arbitri di scegliersi i propri rappresentanti. Perché l’autonomia non passa solo dall’indipendenza economica, autonomia significa avere indipendenza decisionale nelle scelte della categoria.

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