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Rugby – Nasce RW35 per la Coppa del Mondo in Italia

Lug 10, 2024

Cinquanta ex rugbisti ed ex studenti dell’Università Luigi Bocconi, si fanno promotori del Rugby e, in particolare, puntano a portare in Italia la Coppa del mondo di Rugby, sia maschile sia femminile, nasce RWC35.  E’ una comunità aperta, spiega una nota, che “vuole porre le migliori condizioni per far sviluppare il movimento rugbistico italiano”. Il Consiglio Direttivo è composto da Daniele Bovolato (portavoce), Giovanni Cimmino (segretario generale), Alessandro La Rosa, Danilo Vettorel, Vincenzo Di Patre, Antonio Caggia, Cristian Ardu, Roberto Lenti, Mario Riboldi, Guido Chimienti, Enrico Maspes e Oreste Maspes. “Mettiamo a disposizione le nostre capacità, professionalità e conoscenze per creare un network di risorse manageriali e di influenze che contribuisca con costanza e applicazione, a sviluppare una grande comunità e a materializzare una visione che non è più solo in sogno ma una concreta possibilità – le parole di Daniele Bovolato – le prossime edizioni del Rugby World Cup sono Australia nel 2027, USA nel 2031 e rimane ancora disponibile la candidatura per il 2035 ed oggi è il momento giusto pure per dribblare importanti nodi come la tematica degli stadi. Considerando che ci saranno gli Europei di calcio nel 2032 e molti stadi dovranno essere adattati, sarebbe il momento giusto per poter progettare i nuovi impianti tenendo conto delle standard richiesti dal World Rugby.  La stessa storia della Coppa del Mondo insegna che tutto è possibile, anche in poco tempo, e che la determinazione e l’unione delle capacità professionali e strutturali di un paese possono far accadere cose prima quasi impensabili. L’Italia ha il potenziale, il tempo necessario e il dovere di candidarsi e ottenere di ospitare la Coppa del Mondo da tutti i punti di vista e mettendosi in linea con tutti i requisiti richiesti. Sicuramente l’effetto immediato che si sta già creando con il RWC35 è l’entusiasmo nelle persone di poter sognare e sperare che la situazione del movimento del rugby possa evolversi. Il network che stiamo creando vuole diventare una rete di protezione che dia sostegno a tutti i clubs ed i loro presidenti che troppo spesso si sentono soli e dei funamboli su delle sottili corde”.