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La Serie A élite non esiste

Ago 3, 2023

La Serie A elite non esiste: lo dice lo Statuto. A tenere banco in questi giorni è la nuova formula del campionato (qui) e la riforma dei campionati che si compirà nella prossima stagione. Temi importanti che hanno stuzzicato la nostra curiosità.

Avendo avuto a che fare con temi diversi dallo sport, abbiano iniziato a ragionare come di norma ragioniamo al cospetto di una nuova legge nazionale o regionale, una delibera comunale, una delibera del condominio. Ci siamo posti la domanda: rispetta la gerarchia delle fonti?

E allora abbiamo aperto lo Statuto federale e abbiamo trovato spunti molto interessanti. Dunque: secondo quanto abbiamo potuto capire, il cambio della formula puo’ essere fatta senza violare regole. Ma c’è qualcosa di più grave: il nome del campionato non puo’ essere cambiato.

A settembre inizierà un campionato non previsto dallo Statuto federale, che definisce il massimo torneo “Campionato Nazionale Assoluto di Eccellenza” sia per gli uomini sia per le donne.

Ma diciamo di più: nella Circolare Informativa per la stagione 2023/2024, pubblicata l’8 maggio, è riportata ancora la dicitura Campionato Nazionale Eccellenza Maschile. E questo dettaglio suggerisce altre considerazioni.

Se a quella data non era stato deciso il cambio di nome, non comprendiamo nemmeno l’affermazione di Marco Aloio fatta il 7 luglio scorso durante la riunione con le società (le tre presenti).

Dal verbale riportiamo testualmente: “Il massimo campionato per tutti gli sport si chiama Serie A. Abbiamo lavorato con agenzie specializzate, per trovare la denominazione del campionato e il logo”.  

Quindi se all’8 maggio non si sapeva di dover cambiare il nome, tanto da far uscire la Circolare informativa con la dicitura Eccellenza e premesso che l’annuncio del cambio è stato dato il 14 Giugno, ma l’approvazione in Consiglio federale è avvenuta il 10 giugno, arriviamo alla conclusione che il nuovo nome e il nuovo logo (di cui non si conosce l’esistenza) siano stati scelti almeno una settimana prima del CF, quindi il 3 giugno. Immaginiamo a questo punto che il magnifico lavoro “con le Agenzie Specializzate” sbandierato da Aloi sia durato meno di un mese. Dunque vorremmo sapere quali sono queste fantastiche agenzie che fanno un rebranding  in meno di un mese e quanto hanno fatturato per lavorare 20 giorni.

Tornando al tema principale: lo Statuto prevede un solo campionato di serie A e non l’A/1 e l’A/2. Per questo motivo la riforma proposta per la prossima stagione appare giuridicamente non fattibile.

Ora abbiamo anche capito perchè la riforma, in ogni caso, prevede che ai play off promozione, secondo quando apprende Pianetarugby, per la serie A elite possa partecipare anche la migliore squadra della Serie A/2 per ‘giustificare’ una serie A unica. Insomma un minestrone di proporzioni stellari.

Dunque non riusciamo a capire come possa essere cambiato il nome del massimo campionato se lo Statuto, modificabile solo dall’Assemblea generale, parla di una cosa diversa.

A proposito: lo Statuto non parla del campionato cadetto, quello delle seconde squadre. Non è dunque attività federale, quindi come dicevamo è poco più del torneo parrocchiale.