
E’ stato pubblicato pochi giorni fa, sul sito della Fir, l’organigramma arbitrale della stagione 2022/2023. Al solito, com’è di tradizione, ha provocato i mugugni ed i malumori di molti associati. Mugugni e malumori che, in alcuni casi, si sono trasformati in dimissioni. Si tratta di lamentele ampiamente giustificate perché non sono mai stati resi noti, nonostante Aria lo chieda da anni, i criteri di valutazione degli arbitri e dei valutatori. Esistono sì dei referti che giudicano le prestazioni dei singoli arbitri (referti, peraltro, fatti perlopiù davanti ad un video, non in presenza e perciò condizionati giocoforza dalla parziale visione della partita) ma non sempre questi arrivano ai diretti interessati, cioè agli arbitri. Per motivi che a noi sono sconosciuti ma che certamente non lo sono al presidente Giacomel. E come può migliorare un arbitro se non prende contezza degli errori che commette in una partita, di quali sono i suoi punti di forza ed i suoi punti di debolezza? Non è tanto, però, sul merito di queste decisioni, discutibilissime lo ripetiamo, che vogliamo entrare bensì sulla forma. Noi di Aria, da anni, domandiamo chiarezza e trasparenza nei rapporti tra i vertici e la base del movimento e, oltre alla chiarezza e trasparenza, domandiamo che ci sia rispetto per la funzione dell’arbitro. Sono tre elementi indispensabili di ogni rapporto che sono venuti a mancare in modo clamoroso proprio in occasione della pubblicazione dell’organigramma. Alcuni arbitri e valutatori, non sappiamo con precisione quanti ma non si tratta di pochi casi, hanno appreso della loro bocciatura soltanto dal sito della Fir: nessuna telefonata, email, sms o semplice whatsapp per comunicar loro della decisione presa. E’ un fatto grave, una caduta di stile e, soprattutto, una profonda mancanza di rispetto. La forma è importante quanto la sostanza quando si parla di rapporti tra persone adulte e mature. E la forma ed il rispetto sono mancati. Vogliamo sottolinearlo con forza ed affermarlo a voce alta. Questa situazione si va a sommare a delle gravi criticità pregresse che continuano a trascinarsi senza che se ne veda la soluzione. Non possiamo più aspettare, non possiamo più perdere tempo, non possiamo più accettare questa mancanza di confronto da parte dei vertici del movimento arbitrale. Per questo chiediamo che il consiglio della Cnar e, soprattutto, il suo presidente abbandonino atteggiamenti inaccettabili di chiusura verso il movimento ed accettino e promuovano un momento di confronto ed ascolto per i primi giorni di settembre, prima che la stagione sportiva abbia inizio. La misura è colma, c’è l’urgenza di un confronto ed in mancanza di una iniziativa da parte del consiglio Cnar sarà Aria a promuovere una grande riunione tra tutti coloro che vorranno partecipare e far sentire la propria voce
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