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Arbitri, volano ancora stracci

Lug 30, 2022

Stiamo faticando a non parlare di arbitri, ma davvero tanta fatica: ogni giorno una segnalazione diversa. Poi però non possiamo sempre girarci dall’altra parte e buttiamo tutte le notizie in un solo articolo. Dobbiamo in primis rispondere a chi ci chiede perchè non interpelliamo Aria sulla vicenda Giacomel. Qualcuno ci ha accusati di non voler far parlare l’associazione (secondo alcuni eh) più importante degli arbitri italiani. Ecco: sgombriamo il campo da equivoci, per dirvi che è Aria che non vuole parlare. Anzi ve lo spieghiamo meglio.

Non avendo i recapiti telefonici dei due, abbiamo chiesto l’amicizia a Pietro Megha e a Paolo Valbusa (consiglieri di Aria) su Facebook, il primo ci ha ignorati, il secondo dopo aver accettato l’amicizia ci ha risposto tramite messenger, alla nostra richiesta di una chiacchierata, che non avrebbe però parlato di “di questioni arbitrarli recenti e meno recenti”. Abbiamo fatto notare che non eravamo interessati al meteo e la replica stata anche peggiore: “Beh, il meteo è sempre un interessante argomento di conversazione”.

Quindi ve lo dico: non sono io che non voglio farli parlare. E ci dispiace che in un momento così triste per la categoria, venga liquidato tutto con una battuta. Aria ha perso il suo ruolo, si sottrae al confronto. Quando ha avuto bisogno di apparire, ha avuto sempre spazio sul questo sito. Poi si è imborghesita: sono bastate due poltrone. Ma il tempo è galantuomo e, siamo certi, che prima o poi torneranno a ‘battagliare’.

La convinzione è figlia del testo di una mail che abbiamo visionato oggi, in cui uno dei fondatori di Aria, Antonino Nobile, attacca a viso aperto Cladio Giacomel. La mail è indirizzata al presidente Cnar, ai consiglieri Cnar, al presidente federale, ai consiglieri federali e al direttivo di Aria. Nobile si lamenta di aver saputo della sua dismissione da arbitro di serie A, solo dai panel pubblicati due giorni fa.

Con molta educazione Nobile spiega che avrebbe preferito una telefonata anche per una questione di rispetto. Noi invece avremmo preferito almeno vederlo impiegato in altro ruolo, considerato che parliamo di una persona capace e appassionata. Ci chiediamo come è possibile liberarsi di risorse su cui poter continuare a puntare anche risollevare le sorti della categoria, così a cuor leggero.