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Innocenti: il sistema Accademie non è tutto da buttare

Mar 25, 2022
Presidente Fir
Presidente Fir
Marzio Innocenti

Conferenza stampa questa mattina a chiusura del Sei Nazioni, con il Presidente federale Marzio Innocenti, il Capo Delegazione Giorgio Morelli, il Commissario Tecnico Kieran Crowley, il Responsabile dell’Alto Livello Franco Smith, il Manager della Squadra Nazionale Giovanbattista Venditti oltre al tecnico della Nazionale under 20 Massimo Brunello. Eviteremo di fare il resoconto completo, anche perchè chi ha voglia e tempo puo’ riascoltare quanto detto dai presenti seguendo il seguente link, noi ci limiteremo a sottolineare due tre concetti che riteniamo meritevoli di attenzione.

Partiamo dal primo, che nasce da una dichiarazione di Marzio Innocenti: “Il percorso federale della formazione ha avuto sicuramente degli aspetti estremamente positivi – ha evidenziato il Presidente – poi sono anche convinto che il modo migliore per far fallire una rivoluzione, è applicare le cose in maniera integrale quasi  manichea, per cui il prossimo progetto di formazione della federazione è inteso a raggiungere entrambi gli obiettivi cioè quello ovviamente fondamentale della formazione dei giocatori ma quello altrettanto fondamentale del ritorno della formazione in collaborazione con i club”, quindi ha aggiunto “il prossimo progetto è proprio centrato sul non perdere quello che di buono c’era nel progetto formativo che è stato fatto fino adesso, associando quello che di buono può può essere raggiunto nei club”.

In buona sostanza Innocenti ha detto che il sistema Accademie non è tutto da buttare. Evviva: la campagna elettorale potrebbe essere finita. Riconoscere il lavoro di chi ‘c’era prima’ a nostro avviso è un buon inizio per non ‘buttare a mare l’acqua sporca e il bambino’ come spiegato qui, pur rimanendo scettici rispetto al progetto proposto, non abbiamo difficoltà a riconoscere il mezzo passo indietro del Presidente e che questo gli fa onore.

Secondo tema interessante riguarda il vincolo dei giocatori ‘d’interesse nazionale’, che fino a pochi mesi fa erano legati a doppio filo alla Federazione. Ora si cambia: “Che i ragazzi vadano all’estero – ha detto Innocenti – per la Federazione non è né da ostacolare né da incoraggiare, né essere indifferente. Se abbiamo dei giocatori da gestire in Italia, li gestiamo in Italia. Se abbiamo dei giocatori da gestire all’estero, li gestiamo all’estero”, quindi ha osservato “Io credo che se qualche ragazzo o molti ragazzi vanno all’estro, è un bel riconoscimento alla capacità italiana di formare giocatori”.

Dunque per Marzio Innocenti se un ragazzo è richiesto all’estero, è giusto che vada a fare un’esperienza fuori anche per arricchire il proprio bagaglio umano e sportivo. Onestamente non ce la sentiamo di dissentire e iniziamo a preoccuparci per la seconda nota di merito. Ma ecco che arriva anche ‘lo sfonnone’ come si dice a Roma. Il colpo di teatro a cui il Presidente non sa proprio rinunciare.

In apertura di conferenza ha commentato così la meta vittoria in Galles di Padovani: “Vedere un giocatore come Angie Capuozzo correre, facendo quello che credo tutti i bambini del mondo sognano di fare un giorno, cioè quello di correre, seminare tutti gli avversari, passare la palla al compagno che va in mezzo ai pali, sia stato un momento importante e con quello spero che sia anche definitivamente seppellito il progetto peso altezza che tanti danni a creato nel rugby italiano”.

Ecco questo passaggio se lo poteva risparmiare, perchè è il classico finale populistico che serve a strappare l’applauso di coloro che cercano sempre il capro espiatorio. Se lo poteva risparmiare perché dovrebbe sapere che il progetto peso/altezza (morto in culla per la verità), fu pensato dopo un’attenta analisi, proprio come facevano altre discipline sportive a cavallo degli anni ’90. Un progetto abbandonato ormai da quasi 10 anni. E a riprova di quanto sosteniamo ci sono i tanti ragazzi che sono entrati nella varie Accademie under 18 negli ultimi 8/10 anni, con caratteristiche fisiche non proprio aderenti a quel progetto. Un esempio su tutti è Manfredi Albanese che ha iniziato il suo percorso federale quando era alto poco più di 1 metro e 60, per un peso non proprio in linea con i parametri pensati anni prima. Lo ricordiamo che Albanese è un atleta di alto livello.

Innocenti dovrebbe ricordarsi più spesso che è il Presidente della Federazione Italiana Rugby, ha un ruolo istituzionale, non è più il candidato di Renovatio Italia. In questo momento ogni singolo tesserato deve essere coinvolto, ovviamente (come è giusto che sia) secondo i progetti e la politica che lo stesso Innocenti intende perseguire. Cercare la frase ad effetto che ha il solo effetto di dividere e di ricordare che quelli di prima “non erano buoni”, non giova a nessuno.

Detto questo, i lettori si chiederanno perchè non abbiamo colto l’occasione per fare domande ad Innocenti. La risposta è semplice: siamo educati. LA conferenza stampa era stata organizzata per parlare del Sei Nazioni. Nessuno ci avrebbe impedito di porre domande off topic, ma dopo 30 anni di ‘mestiere’, sappiamo che saremmo stati poco educati e fuori contesto. Nutriamo ancora la speranza che il Presidente si convinca a parlare con noi.