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Innocenti, il capitano che fu

Ott 1, 2023

La sconfitta della Nazionale di ieri contro la Nuova Zelanda rappresenta una delusione solo per chi aveva pensato ad una vittoria, forte di valutazioni altamente positive di questa squadra e della crescita della stessa. Chi conosce la regola ferrea che ‘governa’ il rugby, non è certo caduto dal pero: chi è più forte vince. Ovvio, le dimensioni della sconfitta sono pesanti, ma nemmeno inimmaginabili se pensiamo che di fronte c’erano gli All Blacks. Della partita ci sembra inutile parlare, perchè da salvare c’è ben poco: l’Italia ha fatto male in mischia chiusa e in rimessa laterale. E se non hai palloni dalle tue fonti di gioco, poi diventa complicato contenere un avversario come la Nuova Zelanda.

Ciò che ci lascia perplessi è il silenzio del Presidente Federale, il quale da mesi elogia il gruppo azzurro, divenuto  a suo dire ormai maturo e competitivo, piegando la narrazione ad nuovo corso federale. Ora, non stiamo qui a ragionare sul torto o la ragione rispetto alla convinzione di Innocenti. Che sia merito o demerito di questa federazione o di quella precedente, in questo momento non è il tema che ci appassiona. Ciò che invece rileviamo è il totale di distacco del numero uno federale, il responsabile dell’intero movimento, rispetto ad un sonora sconfitta. Come se i responsabili della debacle siano solo ed esclusivamente i ragazzi e lo staff. Perchè diversamente il capo, capitano che fu, si sarebbe piazzato davanti ai microfoni per condividere la delusione e la sconfitta e assestare una convita pacca sulla spalla. E siamo certo che, in caso di vittoria, che Innocenti pronosticava fino a qualche giorno fa, in base a cosa non lo capiamo, il numero uno del rugby italiano si sarebbe piazzato a favore di telecamera per passare all’incasso. Legittimamente, aggiungiamo noi, perchè si vince e si perde tutti insieme. Una regola d’oro per ogni sport, ma a maggior ragione per il rugby. Però questa volta è arrivata una brutta sconfitta.

E’ vero c’è ancora la Francia. Ma la sostanza del ragionamento non cambia. Se l’Italia dovesse vincere, cosa che non crediamo alla luce della prestazione di venerdì, siamo certi che Marzio Innocenti dirà: “Ve lo avevo detto”, facendo il giro di tutte le tv che esistono sul pianeta Terra e pure a Telesaturno. Sarebbe troppo comodo! La faccia ce la deve mettere ora, adesso, prima dell’ultima partita. Parliamo di un mondiale e le tattiche da quattro soldi per racimolare un pò di consensi vanno tenute fuori. Ora deve dire se crede ancora in questi ragazzi e trovare le parole giuste per spronarli, facendo attenzione a non invadere il campo del Commissario Tecnico.

A proposito di Crowley, con la Francia sarà il passo d’addio, poi inizierà l’era Quesada. Non vogliamo credere, e siamo sicuri che non accadrà, che il presidente Innocenti, con il senno del poi affermerà urbi et orbi, di aver fatto bene a cambiare allenatore, ovviamente a qualificazione mancata. Sarebbe da poveraccio e Innocenti, siamo certi, non scenderà a questi livelli, o almeno lo speriamo. Crowley va via perchè lo ha deciso Innocenti e sarebbe andato via anche se avesse superato la fase a gironi del mondiale. Quindi riversagli addosso l’obiettivo mancato sarebbe scorretto. Anzi aggiungiamo che si potrebbe fare, a. quel punto, il discorso contrario: abbiamo mancato la qualificazione a causa di un Ct ormai licenziato. Ma anche questa poi rischierebbe di diventare una posizione da poveracci. La critica alla scelta l’abbiamo fatta a suo tempo. Ora sarebbe, in entrambi i casi, lo ripetiamo, esercizio da poveracci.