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Le surreali interviste di Aloi

Lug 12, 2023

Questa mattina ci siamo imbattuti in un’intervista rilasciata da Marco Aloi, direttore del massimo campionato italiano, al sito Rugbymeet che potete leggere qui e, tra le tante cose che ci hanno sorpreso, due sicuramente non ci tornano.

L’ottimo Daniele Goegan ha chiesto conto ad Aloi sugli esiti del “giro” dei Club, cosa lo avesse impressionato visitando le società e se tutti i club avessero accettato l’incontro.

Le risposte ci hanno lasciato particolarmente interdetti, perché sembravano riguardare un’altra dimensione, un mondo parallelo. In primis: Aloi non ha fatto il “giro dei club”, ma ha “visitato alcuni club”. Non è stato mai visto dalle parti di Mogliano, Reggio Emilia e Fiamme Oro. Per essere precisi, non ha mai visitato le strutture di questi club, così come non ha mai visitato quelle del Piacenza, pur avendo visto il “Beltrametti” in occasione dello spareggio da tra Cus Torino e Mogliano.

Ci risulta che non sia mai stato mai neanche a Padova, almeno fino a poche settimane fa, ma non siamo riusciti ad averne conferma. Aloi ha visitato per due ore Viadana a metà aprile, Rovigo all’inizio di gennaio e Colorno, dove ci risulta che sia tornato più volte. Dopo le visite, Aloi non ha mai prodotto una relazione o fornito un feedback alle società stesse, allo scopo di individuarne potenzialità e difetti.

Seconda imprecisione: come può Marco Aloi esprimere giudizi se non ha contezza di tutte le società, delle loro strutture e della loro organizzazione? Ma l’apoteosi l’abbiamo raggiunta alla domanda “Hanno accettato tutti il tuo incontro?”. La risposta del “Direttore del torneo” (le virgolette non sono un errore di battitura…) è stata un capolavoro: “A volte sono stato chiamato, a volte mi sono dovuto proporre”. In una frase, la sintesi dell’approssimazione.

Prima Aloi lascia intendere di aver visitato tutti i club, ma come detto non è così; poi afferma che si sarebbe aspettato un invito, ma alla fine, perché non chiamato da nessuno, si è autoinvitato… Un po’ come quando ci si imbucava alle feste delle medie. Come se il “direttore del torneo” debba chiedere il permesso. Ma, ammesso che Aloi non abbia trovato collaborazione, perché non dirlo chiaramente?

Perché non inchiodare i club alle loro responsabilità? Anche perché, ricordiamolo bene, lo stipendio del “direttore del torneo” è in carico ai club. E, ragionando su quest’ultimo punto, è un po’ come se un dipendente non andasse a lavorare per sua scelta, ma alla fine se la prende con il ‘principale’ perchè non glielo ha chiesto.

Dunque, il bilancio dei primi sei mesi di Aloi ve lo facciamo noi: il “direttore del torneo” non conosce le realtà del massimo campionato. Per certo si può dire che non conosce le strutture di almeno il 50% delle società di Serie A Élite. Al momento non ha presentato un progetto credibile per la crescita del torneo. A due mesi dal fischio d’inizio del nuovo torneo, non ci risultano nuovi sponsor in grado di assicurare un extra gettito.

E non capiamo come possa collaborare con le società se non ancora sa dove “stanno di casa”, come si dice da queste parti.

Il successo della finale scudetto non può essere riconducibile a lui. Tutti sanno, anche i muri, che la partita in prima serata su Rai 2 non è frutto di una progettazione, ma di un mix di relazioni personali e botte di deretano. In pratica Luca Pezzini ha fatto nuovamente leva sulle sue ottime entrature in Rai per “piazzare” la finale. A ciò si è aggiunto il colpo di deretano di un palinsesto ormai “povero” che ha consentito il prime time, con il successo di pubblico.