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Dopo Garbisi ecco Mori: o si asseconda o si esclude dal giro azzurro

Lug 25, 2021

Ci eravamo ripromessi di non entrare nella questione “Garbisi”, perché è un tema che, da qualsiasi parte lo si voglia analizzare, è suscettibile di critiche e comprensione. Il discorso è noto e chiaro: il ragazzo ha delle qualità, sa di poter ambire a contratti importanti e ha fatto di tutto per svincolarsi dall’accordo federale per potersi accasare in Francia. Era facilmente prevedibile che potesse diventare un precedente ‘pericoloso’, tanto che a ruota sta provando a seguirlo Mori. Ormai le fazioni si sono divise: c’è chi accusa la vecchia dirigenza Fir di aver fatto sottoscrivere contratti che possono essere facilmente impugnati e chi accusa i rappresentanti del nuovo corso di non saper trattenere i giovani più promettenti. A nostro avviso sono valide entrambe le accuse e, allo stesso tempo, le rispettive difese. La questione appare complicata, ma una soluzione appare possibile seppur dolorosa: servirebbe un po’ di coraggio. Una soluzione che il vecchio corso ha spesso utilizzato, seppur in maniera ufficiosa. Vogliamo chiarire meglio: i ragazzi sotto contratto federale firmano un accordo in cui s’impegnano a non lasciare l’Italia per le tre stagioni successive all’ultima in cui sono stati convocati con l’under 20. A stabilirlo una delibera del Consiglio Federale di qualche anno fa e che un giudice ordinario ha reputato non applicabile e ha ordinato di lasciare libero Garbisi. La Federazione non può far altro che eseguire. Su una cosa invece un giudice non potrà mai mettere lingua: le convocazioni in Nazionale. La Federazione dovrebbe avere il coraggio di estromettere dal giro azzurro tutti quei giocatori che non rispettano la norma sportiva voluta dalla Fir. Sappiamo bene che l’attività con la Nazionale accresce il prestigio e il valore di un atleta, ma anche il portafogli dello stesso. Così facendo, un giovane giocatore, dovrebbe fare scelte importanti a 20 anni, con il rischio di prendere la decisione sbagliata. Siamo consapevoli della provocazione, che tale non è, ma siamo certi che, pur in presenza di giovani giocatori di valore assoluto, bisognerebbe fissare dei paletti per non finire in balia dei procuratori come già accade in altre discipline. In passato, in qualche occasione, questi metodi sono stati utilizzati (anche criticati per la verità) e in alcuni casi hanno permesso di portare avanti progetti individuali e di squadra. Diversamente, piantiamola di criticare vecchia e nuova gestione. Perché su questo tema, a nostro avviso, c’è poco da criticare sia gli uni, sia gli altri. I primi hanno provato a “legare” i giovani prospetti, ai secondi è stato imposto di lasciarli liberi. La terza via c’è, ma è dolorosa. O la si imbocca, oppure bisogna solo accettare e rimanere in silenzio, comprendendo le legittime aspirazioni dei ragazzi.