La sconfitta con l’Argentina ha prodotto voci e ipotesi sull’attuale rapporto tra il commissario tecnico Gonzalo Quesada e la governance federale. Leggendo più osservatori attivi sui social e sui forum dedicati, la fotografia che emerge è di un commissario tecnico insofferente. Pianeta rugby ha deciso così di approfondire la questione per confermare o spazzare via la narrazione ricorrente.
Ebbene ve lo diciamo subito: Gonzalo Quesada gode della massima fiducia dei vertici federali. La sua permanenza sulla panchina azzurra non è assolutamente in discussione, tutt’altro. E allora da dove nascono queste voci incontrollate che servono solo a destabilizzare l’ambiente? Da quanto ha raccolto questo portale le voci di una crisi tra lo staff azzurro, con vertice Quesada, e la governance che guida la Fir, nascono dal combinato disposto di due azioni generate da motivi diversi.
La prima trova genesi in chi è ancora in campagna elettorale, quelle che potremmo definire le “vedove” di chi le elezioni le ha perse. La seconda nella errata valutazione di talune iniziative messe in campo con il nuovo corso. Il tutto condito da una probabile percezione dello stesso Quesada rispetto al diverso atteggiamento dell’attuale presidente federale Andrea Duodo.
Facciamo un passo indietro e torniamo al 28 ottobre scorso quando, sulla Gazzetta Dello Sport, a firma del collega Andrea Bongiovanni, appare un’intervista rilasciata da Gonzalo Quesada.
Il commissario tecnico, in quell’intervista, dice due cose importanti: in primis sottolinea come il necessario ridimensionamento del budget federale non possa riguardare la nazionale, la seconda fa notare di non aver mai incontrato Andrea Duodo one to one. A quel punto noi non abbiamo fatto altro che unire i puntini e capire se queste paure di Quesada siano effettivamente fondate. E, no, non lo sono. In primis perché non c’è stata ancora l’attesa spending review a cui la federazione dovrà per forza andare incontro per recuperare i 10 milioni di rosso accumulati dalla precedente gestione. Ma, soprattutto al momento nessuna voce ha riguardato la squadra nazionale. Ma su questo torneremo a breve.
In secondo luogo, pur confermando che ad oggi Andrea Duodo non ha mai avuto un “faccia a faccia” con il commissario tecnico della nazionale, da quanto appurato da fonti qualificate, la scelta è tutt’altro che di sfiducia. A quanto pare, le condizioni generali della Federazione non sono per niente rosee e il nuovo inquilino della Curva Nord si sta concentrando sulle criticità della macchina federale. Per questo motivo, ma anche per consentire a Quesada di preparare al meglio i test match autunnali, il presidente ha preferito dedicarsi alle urgenze, percependo il settore azzurro come il più virtuoso in questo momento.
Del resto, chi ha buona memoria, si ricorderà che in campagna elettorale Andrea Duodo ripeté a più riprese che lui non sarebbe stato il direttore tecnico della Federazione ma il presidente di una squadra di governo. Quello che sta succedendo è coerente con quella narrazione che fatta prima e rimasta tale dopo la vittoria elettorale. Un colpo pesante per chi negli ultimi quattro anni ha continuato a credere a un presidente che si era presentato per la base e poi si è occupato solo di alto livello.
Una sorta di investitura e di riconoscimento del ruolo di Quesada, tra i migliori allenatori in circolazione, che non ha bisogno di guide e consigli dalla governance politica della Federazione. Non a caso Andrea Duodo, ad oggi, non si è mai permesso di violare la sacralità dello spogliatoio. Ci risulta abbia incontrato e salutato la squadra all’Acquacetosa prima della partenza per Udine, evitando accuratamente di irrompere nello spogliatoio prima o dopo la partita.
Pare che a fine gara il presidente Duodo, accompagnato da Carlo Checchinato, si sia fermato nel corridoio per salutare uno ad uno i giocatori e i membri dello staff, senza varcare la soglia dello spogliatoio. Un atto di profondo rispetto dei ruoli a cui, probabilmente, da tempo non si era più abituati.
E torniamo alla spending review: a qualcuno risultano tagli alla nazionale per questo trittico di partite? A noi no. E non ci sembra che ai ragazzi della nazionale, affamati dopo l’allenamento, siano state date le brioches di Maria Antonietta. Nulla è cambiato rispetto a tre mesi fa. Non è stata toccata una virgola. E allora, che tutti se ne facciano una ragione: il passato alle spalle. Bisogna guardare al futuro, per scongiurare commissariamenti che colpirebbero indistintamente tutti gli attori coinvolti.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.